28 DICEMBRE 2017
Ore 19.30/21.00 – Proiezioni
Gli anni settanta
Gli anni ’70 segnano in Italia il passaggio dalla pellicola al videotape.
Diversi artisti cominciano a utilizzare il medium elettronico affiancandolo
(o sostituendolo) alla macchina da presa. Eugenio Carmi nel 1973 realizza
per i programmi sperimentali della RAI una singolare opera di videoarte astratta,
mentre in altri casi gli esperimenti sono prodotti da pionieristici atelier quali
Art/Tapes/22 di Firenze (Paolini, Agnetti) o la Galleria del Cavallino di Venezia,
di cui fa parte il padovano Michele Sambin, autore del tape Il tempo consuma,
basato su un dispositivo del “videoloop”, ma qui presente anche con il film Blud’acqua.
Tra gli altri nomi in programma quelli di Nespolo e Granchi (esponenti, rispettivamente, dell’ambiente torinese e fiorentino), di Paolo Gioli
(una delle figure più rilevantidel cinema d’artista italiano), nonché dell’architetto
e designer Ugo La Pietra.